venerdì 4 novembre 2011

Sono 98 i Villarosani caduti nel corso della Grande Guerra. Soldati di fanteria, cavalleria, genio e aviazione senza nessuna distinzione di ceto o grado che caddero su tutti i teatri di un conflitto sanguinoso e crudele. Da Villarosa partirono oltre mille uomini, in maniera graduale e da subito già nel 1915, sin dalla vigilia della prima battaglia dell'Isonzo.  Per quasi 100 di loro non ci fu ritorno.
I tributi di sangue furono da subito pesanti: dall'Isonzo al Carso, dal Pasubio a Caporetto, dal Piave alla schiacciante offensiva su Trento, su ogni campo di battaglia, i paesi di Villarosa e di Villapriolo, pagarono il loro tributo per la Patria. In tanti tornarono a casa dalle loro famiglie, ma in troppi perirono tra le trincee di una guerra considerata l'ultima tappa di un'agognata unità nazionale e di indipendenza dagli Austriaci. Abbiamo scoperto dove caddero e in che situazioni, e come tanti pur facendo ritorno a casa perirono per le malattie e le ferite riportate qualche tempo dopo.
Il 4 Novembre 1918 il Gen. Armando Diaz scriveva nel bollettino di guerra che il nemico era sconfitto e questo grazie al sacrificio di tanti giovani italiani. 
A 93 anni da quel giorno Villarosa1761 pubblica, in questo blog, una vecchia foto del Monumento ai Caduti, riprodotta in una cartolina, cosi come appariva qualche giorno dopo della sua inaugurazione. Quando ancora era forte il dolore per quei cittadini di Villarosa e Villapriolo caduti per la Patria e innalzati al ruolo di eroi.  

domenica 20 febbraio 2011

VILLAROSA1761 ed i 150 anni dell'unità d'Italia

Garibaldi sbarca in Sicilia, Villarosa insorge
La mobilitazione di Villarosa per la causa garibaldina nella lettera del comitato cittadino del 1860
Quasi un anno fa, in occasione dell'anniversario dello sbarco dei mille, avevamo pubblicato questo articolo. Adesso lo riproponiamo come primo passo per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia.
Qui sopra vi riportiamo la trascrizione della lettera inviata dal comitato cittadino di Villarosa all'indomani dell'insurrezione e a seguito dell'appello di Garibaldi ai siciliani di sostenere la liberazione dell'isola. Servivano soldati, ma soprattutto munizioni. La Masa, patriota siciliano, aveva riunito le diverse bande di insorti attivatesi all'indomani dello sbarco e si era congiunto con le truppe del Generale Garibaldi. Questi lo incaricò di organizzare il reperimento di quanto fosse utile alla causa della liberazione dell'isola sopratutto munizioni e armi. La Masa inviò un comunicato ai comuni non insorti invitandoli alla mobilitazione. In realtà si sapeva poco dell'entità del numero di paesi che erano insorti all'indomani dello sbarco e questa missiva voleva conoscere l'entità e stimolare nuove insurrezioni. Questa lettera giunse anche a Villarosa, dove l'insurrezione era avvenuta e il comitato cittadino si mosse per recuperare i mezzi necessari da inviare a sostegno delle truppe garibaldine. La risposta partì il 30 maggio 1860, da Calabrese, rappresentante del comitato cittadino e portava la firma di Paolo Vetri segretario del comitato. Nella lettera si risponde con l'elenco di quanto messo a disposizione in paese, ma si sintetizzano i principali fatti che erano accaduti in paese dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala. 
La lettera in questione fa parte dei documenti raccolti nel volume Alcuni fatti e documenti della rivoluzione dell'Italia meridionale del 1860  Di Giuseppe La Masa,Giuseppe Garibaldi, edito a Torino nel 1861.  Un documento da leggere per ricordare e conoscere la nostra storia e quella del nostro paese.